La tendenza distruttiva, che può riguardare il mondo esterno o il mondo interno, è presente in ciascuno, più o meno consapevolmente, che ci piaccia o no. E va riconosciuta, tenuta d’occhio, ascoltata e non alimentata Germania, giorni nostri. Siamo in un liceo ed è la settimana dedicata all’approfondimento di un tema: il professor Rainer provoca i suoi studenti, chiedendo “un altro nazismo è possibile?”. La classe reagisce, il confronto si accende e tutto sommato, no, non sembra possibile: “Conosciamo le conseguenze” dice uno dei ragazzi. Una riflessione apparentemente innocua innesca un esperimento: in 7 giorni, il professore, come un leader sovrano, conduce i suoi studenti,Leggi altro →

Non c’è solo la pazzia a spiegare quel che ci sembra incomprensibile, inaccettabile. Dare spazio alla comprensione ci permetterebbe di andare oltre le etichette, utili solo a placare le nostre paure “Hai saputo di P.? Si è licenziato!” “Davvero? Beh, certo, ultimamente stava male eh”. “Sì, era molto depresso”. Quante volte mi è capitato di intercettare discorsi di questo tipo: ad ogni accadere che si scosti da ciò che noi assumiamo come normalità, abbiamo subito pronta una strategia di oggettivazione dell’accaduto con un corollario di pronto intervento diagnostico-psicologico, che funziona da ansiolitico.  È una cosa su cui rifletto da molto tempo e che penso debbaLeggi altro →

L’Almamatto svela storie di vita e risvolti inattesi. E anche in personaggi che appaiono lontani da noi, ci racconta una delle autrici, possiamo scoprire qualcosa che ci appartiene Appena ho la mia copia dell’Almamatto tra le mani, prima ancora di aspirare il profumo della carta che rende i libri stampati un piacere antico e difficilmente surrogabile, corro al giorno del mio compleanno. Ci trovo un uomo. Se anche questo dato non gettasse qualche granello di sabbia nel motore dell’identificazione, subito arriva il nome del Nostro a predispormi al distacco, e anche a un certo disorientamento.  Che associazioni potremo mai scovare io e la mia radice genealogica,Leggi altro →

Un altro nazismo è possibile? E’ questa la domanda lanciata dal professor Reinar nella classe di un liceo tedesco: è la settimana dedicata all’approfondimento di un tema e una riflessione apparentemente innocua parte dalla questione posta ai ragazzi. La risposta sembra essere per quasi la totalità dei giovani di segno negativo. In 7 giorni, il professore conduce un esperimento, unendo, come un leader sovrano, i suoi studenti sotto le stesse regole, gli  stessi slogan, la stessa divisa, lo stesso saluto e lo stesso simbolo, un’onda stampata sulle camicie bianche di ciascuno. Un nuovo sorprendente totalitarismo cresce, proprio come un’onda, nel giro di poche ore, fino ad unLeggi altro →

Dello stralcio di questa vecchia intervista a Karl Popper colpisce il contrasto tra l’estetica, che potremmo definire vintage, e l’attualità fin scontata del messaggio: la televisione non si può nascondere, nota il filosofo, dietro la facciata di una presunta oggettività e spacciare le notizie che veicola come semplice informazione. Non c’è informazione de-situata. Non c’è comunicazione senza un punto di vista. Non c’è notizia senza una scelta a monte dei contenuti da trasmettere. La televisione ha lasciato almeno in parte la scena ad altri mezzi oggi, ma la tesi di Popper non ha perso verità. Anzi, a nostro avviso, la pandemia ha rappresentato una cartina di tornasole fedelissima del potere che hanno i media di plasmare opinioni (anche attraverso iLeggi altro →

Quando l’essere umano va in crisi non è come un bug, un errore di sistema da resettare. Non basta fare “spegni e riaccendi”, ma bisogna capire cosa dice, cosa comunica la crisi, da dove nasce e qual è il suo senso Marcello Malpighi, medico filosofo, uno che forse avremmo potuto mettere sul nostro Almamatto, uno dei tanti che venne sedotto dall’illusione del meccanismo, dell’ingranaggio, del dente saltato. Nel diciassettesimo secolo fonda una strana disciplina, la Iatromeccanica, in cui cerca di immaginare il corpo umano prima e poi, per estensione, anche i moti dell’anima come il prodotto di meccanismi, dai più elementari fino a quelli incredibilmente sofisticati.Leggi altro →

Le grandi imprese restano nel cielo delle Idee e ingrossano le file dei “Non-sono-all’altezza” o dei “Perché-proprio-io?”, a meno che non si incarnino nel terreno spurio della vita e non facciano i conti con la sua mediocrità. E così, provocatoriamente, l’Ammiraglio statunitense ora in pensione William H. McRaven incita la platea di universitari che ha di fronte a rifarsi il letto ogni mattina, se vogliono cambiare il mondo. E’ sempre un gesto, magari il più banale, a mettere in moto la vita e a strapparla dal guscio di inerzia in cui si rifugia quando la fatica prevale sullo stupore e il peso del passato minaccia di soffocare laLeggi altro →

Perdere la certezza, accogliendo la dimensione della complessità, vuole dire entrare nel mondo della vita, rimanere nella meraviglia del sentire, nella vertigine del cadere che diventa esperienza di poter volare “Caffè o cappuccino? Prendo il caffè, più rapido, meno calorie… Però è acido, la mia gastrite ne risentirebbe, forse meglio il cappuccino, più dolce, morbido. Però ha più calorie, mi gonfia, poi la schiuma mi dà fastidio…”. Eccolo lì, eterno ritornante, come la peperonata, l’aglio e olio, si propone e si ripropone il vecchio ritornello del “se”, del “ma” e soprattutto del “però”. Dalle mie parti si chiama pensiero anancastico, una parolaccia per descrivere unLeggi altro →