Ricorriamo alla ragione quando l’imprevedibile ci spaventa, quando le salite sono troppo faticose e le discese troppo ripide. Ma la ragione non può tutto e, in certi casi, può illuderci di poter stendere tutte le pieghe, ma è altro che ci servirà “Ma che film la vita, tutta una sorpresa. Attore, spettatore, tra gioia e dolore, tra il buio e il colore”. Cantavano così i Nomadi un po’ di anni fa. Anche loro, come tanti, a cercare di rendere conto degli alti e dei bassi, delle salite e delle discese del vivere. Mi ha sempre affascinato il saliscendi, l’imprevedibilità del vivere, quel brivido di perditaLeggi altro →

Come lo sguardo ha a che fare con l’identità? Quel che siamo nasce dall’incrocio del nostro sguardo su noi stessi (e sul mondo) con lo sguardo dell’altro su di noi “Papà, guarda cosa ho imparato! Papà, guarda cosa sono capace di fare! Papà!” Per chi ha figli il richiamo è ben noto, frequente e inequivocabile. Antica questione che è alla base della costruzione della nostra identità, il nostro bisogno di essere guardati per esistere arriva da molto lontano. Da sempre abbiamo bisogno di sapere di esser visti, la stessa religione con quell’occhio nel triangolo è lì, ad esempio imperituro.  La chiamiamo identità, ovvero quel complessoLeggi altro →

Con la sabbia che man mano passa da una camera all’altra, con uno spazio che si svuota e uno che si riempie, la clessidra fa da metafora alla nostra vita. E se la prendessimo ad esempio, forse, potremmo anche correggere il tiro Clessidra, uno di quegli oggetti a me più cari, che mi ha sempre trasmesso la magia del tempo, del suo trascorrere. Anni fa, al supermercato, ne trovai una che mi sembrò essere inviata direttamente dal cosmo… durava la bellezza di 45 minuti, nel mio mestiere una cifra netta, la durata di una seduta. Da allora, dunque, girare la clessidra per dare inizio aLeggi altro →

Il rischio è che questa comprensione porti poi all’idea della normalizzazione. Di far rientrare nei binari quello che a parer nostro ha deviato. Ma integrare la diversità vuole dire farla rimanere tale, trovare uno spazio nel quale possa permanere in virtù della sua differenza, continuare a stimolare, scandalizzare con il suo essere altro Avvertenza: Il contenuto di questo articolo può destabilizzare, è consigliata la lettura al riparo dal sole o da altri fattori stressanti.  “Solo una mente educata può capire un pensiero diverso dal suo senza la necessità di accettarlo”; la prima volta che ho letto questa frase di Aristotele ho pensato prima che siLeggi altro →

Cosa dice di noi al mondo il nostro volto? Come ci poniamo di fronte all’altro e come osserviamo il volto dell’altro, con quali lenti? Col vis-a-vis abbiamo perso dimestichezza e, forse, la colpa non è tutta delle mascherine “Il giudice giudica dalle prove, non dalle facce”. In una scena della fiction Mare Fuori (sono in ritardo, la sto guardando su Netflix), il comandante del carcere minorile di Napoli risponde così alla guardia che tenta di perorare l’innocenza di un ragazzo, appellandosi alle fattezze del suo volto. Chi ha lineamenti così acerbi e delicati non può agire un delitto tanto grave.  Il comandante ribatte con la battuta d’aperturaLeggi altro →

Preoccupazione e inquietudine ci accompagnano sempre e da sempre, ma tendiamo ad associarle a qualcosa di concreto: ci preoccupiamo per il futuro, la salute, i soldi, i figli o di tutto quello che viviamo in quel momento. Che ci sia un altro modo per vivere il quotidiano? A volte accade che a esser seduti su una montagna non si abbia la consapevolezza di essere seduti così in alto, a volte le cose più importanti ci sfuggono di mano e andiamo a rincorrere il vento. Spesso, parlando con persone, amici, colleghi, gente alla fermata del tram si respira un’aria di curiosa inquietudine: “Ha sentito, signora, diLeggi altro →

Se è vero che “il sonno della ragione genera mostri e che un mondo dove vigila la ragione può funzionare bene, vale la pena guardare anche lì, dove forse c’è il mostro e dove si deraglia dal tracciato. Perché proprio lì c’è molto da vivere e scoprire Un uomo seduto con la testa fra le mani, chino su una lapide che sembra dormire. Dietro di lui si levano minacciosi gruppi di pipistrelli neri. Titolo dell’opera: “Il sonno della ragione genera mostri”.  È la celebre tavola di Francisco Goya, lì ad indicare il pericolo del lato oscuro di ognuno di noi.  Bella parola, “ragione”, sempre lì prontaLeggi altro →

Il rischio è che questa comprensione porti poi all’idea della normalizzazione. Di far rientrare nei binari quello che a parer nostro ha deviato. Ma integrare la diversità vuole dire farla rimanere tale, trovare uno spazio nel quale possa permanere in virtù della sua differenza, continuare a stimolare, scandalizzare con il suo essere altro Avvertenza: Il contenuto di questo articolo può destabilizzare, è consigliata la lettura al riparo dal sole o da altri fattori stressanti.  “Solo una mente educata può capire un pensiero diverso dal suo senza la necessità di accettarlo”; la prima volta che ho letto questa frase di Aristotele ho pensato prima che siLeggi altro →

Cancellare l’errore significa forse non prenderne veramente coscienza, mentre l’apprendimento è – in quanto tale – fatto di inciampi. Perché è così difficile nella nostra società accettare l’errore o tollerare il fallimento? Quali sono le conseguenze, a volte tragiche, di questa stortura e quali, invece, le radici nell’infanzia? Non ho mai sopportato, da quando la mia prima figlia frequentava le scuole primarie, le penne cancellabili. E anche oggi, che tocca al mio secondo, mal le tollero. E non è solo una questione di costi, anche se questa magica penna può arrivare a costare 7 volte tanto una più onesta e modesta biro. Ma no, nonLeggi altro →

Essere donne con potere: cosa vuol dire? “A tutte le ragazze, a tutte le donne. Sognate con grande ambizione, guidate con cognizione, guardatevi in un modo in cui gli altri potrebbero non vedervi.” Kamala Harris, primo discorso da vice presidente degli Stati Uniti d’America, Novembre 2020 Forse, come me, vi state chiedendo: e io? Quanto in grande sto sognando? Quante volte mi guardo con il mio sguardo migliore? Vi racconto una storia. Evelyne Afaawua. Nasce in Francia, cresce in Brianza e ha origini Ganesi. Mossa dalla voglia di riscatto e da un’indiscutibile determinazione, lavora sodo per mantenersi gli studi in Bocconi che la mamma nonLeggi altro →