O forse dobbiamo cercarlo meglio Ad uccidere il sacro, a lasciarlo a terra esangue, è la superficialità, il pensiero prepensato, cotto ed impiattato, che ci suggerisce che in fondo l’importante è essere più degli altri, anche se non sappiamo cosa sia davvero essere. “Sacro è il sole che sorge negli occhi stanchi di un asino…” (F. Arminio) La poesia è il luogo della magia, la radura nella quale suono e significato si fondono e l’uno non può fare a meno dell’altro. Una persona cara mi ha donato questa e altre poesie che mi hanno fatto riflettere a lungo; curiosa cosa la poesia, alcune ti avvitanoLeggi altro →

Negli ultimi anni l’attenzione al trattamento del dolore è cresciuta e nella malattia oncologica o nel fine vita si riesce a rispondere in modo efficace per lenire le sofferenze. Ma la strada è ancora lunga per il dolore di chi deve convivere con la malattia mentale. “Non c’è un perché, solo qualcosa che manca, la pazzia è questa mancanza, è il pezzo tagliato via, prezioso, insostituibile. E fa male. Siamo lupi nella tagliola, che continuano a correre.” (Stefano Benni – Prendiluna) Lo ammetto, per me è un chiodo fisso quello di cercare, in prima persona, di avere contezza del dolore dell’esistenza, quello di cercare diLeggi altro →

Ci sono situazioni in cui vogliamo mostrare a tutti i costi quanto siamo dalla parte del giusto, quanto ci indigniamo, quanto il nostro pensiero sia “superiore”. Ma se questo servisse più a nutrire il nostro narcisismo che alla causa? L’estate, si sa, è il periodo dei tormentoni. Ai miei tempi c’erano quelli dei Righeira, poi ne sono arrivati molti, molti altri, non solo nel campo musicale, ovviamente. Forse sarà il terrore del vuoto che assale ciascuno di noi quando finalmente arriva il meritato riposo estivo, ma tendiamo a rimanere agganciati giornate intere a questo o a quel tema. I cani che mordono i bambini, leLeggi altro →

Sembra essere sempre più difficile avere a che fare con il lutto, il dolore e la morte. Come se non potessero far parte delle nostre vite, come se non ci fosse spazio per contattare quella parte di noi stessi Don… Don… Don…Tocchi di campana, quella grossa, isolati tra loro e distanziati da sei inesorabili secondi. Nove tocchi di campana, poi una sequenza più ravvicinata di due oppure tre tocchi in successione. Già dai primi tocchi la gente, gli anziani soprattutto escono di casa, vanno in strada e chiedono: “Chi è?”, allora una ridda di supposizioni: “Potrebbe essere il marito della Gina, è un po’ diLeggi altro →

Nella nostra società anche l’ingresso in una scuola o in una università, che dovrebbero essere i luoghi dell’educare e dell’apprendere, diventa un obiettivo da raggiungere. Ecco che torna preponderante la necessità di partire dalla propria debolezza e dalla propria fragilità per ritrovare il senso. “Quando sono debole, è allora che sono forte” (Corinzi 2-12.10) Cosa curiosa di questi tempi parlare di debolezza, di fragilità, di crepe della vita e dell’esistenza; ci si sente fuori moda, fuori tempo, fuori luogo.  Tutto intorno a noi rimanda a un’esistenza vigorosa, potente… insomma, una di quelle vite “che non devono chiedere mai”. Tutti ricordiamo quella pubblicità popolarissima un po’Leggi altro →

Un episodio accaduto a un’ospite di una delle comunità Lighea apre una riflessione importante: una persona con diagnosi psichiatrica ha il diritto di arrabbiarsi come chiunque altro se subisce un comportamento che giudica irrispettoso? Quanto continuiamo ancora oggi a definire una persona per la sua malattia, il tutto con una parte? Arriva una chiamata da una delle comunità: alle Poste una nostra paziente ha litigato con l’impiegata e sono intervenute le forze dell’ordine, si parla di un trattamento sanitario obbligatorio che poi non viene portato a termine. “Che cosa è successo?” chiedo alla giovane collega che mi spiega per filo e per segno l’accaduto. DopoLeggi altro →

Prosegue la serie di racconti e riflessioni sul tema delle separazioni. Anche se ogni separazione ha una storia assolutamente unica, perché unici sono i vissuti dei suoi protagonisti, è possibile individuare alcune tipologie ricorrenti che proviamo ad analizzare attraverso esempi liberamente ispirati a vicende reali, grazie anche ai contributi che ci avete inviato e che vorrete continuare a inviarci “Dottore, vengo da lei perché sono reduce da una relazione che si è rivelata tossica e sbagliata”. “Dottore, ho buttato via 5 anni della mia vita…”. Queste e altre sono dichiarazioni che spesso nel mio lavoro mi capita di raccogliere e che fanno da incipit diLeggi altro →

Tra onnipotenza e ritiro, guardiamo alle oscillazioni e ai dubbi delle generazioni più giovani, da genitori o da professionisti della relazione d’aiuto. Ma siamo in grado di essere per loro quegli adulti “sufficientemente buoni” di cui hanno bisogno?  Vorrei essere invincibile. (…) Sono tutte le difficoltà che ho superato. In queste battute, pronunciate da una ragazza – che chiamerò Ginevra – in apertura e a conclusione di un percorso di crescita in gruppo, ho intravisto una crepa da cui traspare il malessere di tanti ragazzi e ragazze oggi e, insieme, la direzione di uscita. Da un lato c’è la proiezione di un’onnipotenza immaginata: ci diceLeggi altro →