Una rappresentazione teatrale e un testo poetico mettono in scena il dolore del mondo, ma anche la speranza e la possibilità di ricondurci al bene, alla bellezza, a una fratellanza dimenticata e alla comunione dell’uomo con ciò che lo circonda Quando scrive di dolore Mariangela Gualtieri, una delle più ispirate e potenti poetesse contemporanee, lo fa, per così dire, in maniera planetaria, coinvolgendo tutti, umani e animali, utilizzando archetipi e mettendo in scena un furore dionisiaco, un urlo esasperato e al tempo stesso un’urgenza di gioia e di amore, rinunciando però a «retorica e miele», come lei stessa sostiene. Mi riferisco a Paesaggio confratello rotto (Einaudi), una trilogia teatraleLeggi altro →

Spezzare le catene, cambiare direzione, in qualche modo fare rivoluzione: ecco cosa ci dice il grande filosofo greco nel mito della caverna. Ricordandoci ancora una volta che le grandi domande che ci inquietano oggi sono quelle che sempre hanno mosso l’animo umano A volte accade di rileggere cose lette in passato, magari dei tempi della scuola, di quando leggere magari era legato al senso del dovere, alla paura delle interrogazioni, a tutte quelle preoccupazioni che a quindici anni è quasi d’obbligo farsi. Ma a frequentare gli stessi posti a distanza di anni si scopre che si riescono a vedere altre cose. Il mito della cavernaLeggi altro →

Come si affronta e come si è affrontata nei secoli che ci hanno preceduto? Quando è successo che da fatto della vita è diventata malattia da curare? Avere a che fare con la sofferenza non è una scelta, ma il come farlo, come trattarla e considerarla, dipende da noi Nel corso del tempo lo abbiamo chiamato in mille modi: male di vivere, dolore, melanconia, nostalgia, acedia… La fatica di stare al mondo arriva dalla notte dei tempi, da quando l’uomo comprende che il vivere e il morire non sono semplicemente legati ai fatti del mondo. Allo stesso modo in cui i bambini piccoli a unLeggi altro →

Come si affronta e come si è affrontata nei secoli che ci hanno preceduto? Quando è successo che da fatto della vita è diventata malattia da curare? Avere a che fare con la sofferenza non è una scelta, ma il come farlo, come trattarla e considerarla, dipende da noi Nel corso del tempo lo abbiamo chiamato in mille modi: male di vivere, dolore, melanconia, nostalgia, acedia… La fatica di stare al mondo arriva dalla notte dei tempi, da quando l’uomo comprende che il vivere e il morire non sono semplicemente legati ai fatti del mondo. Allo stesso modo in cui i bambini piccoli a unLeggi altro →

La forza ha a che fare con la violenza? E la rabbia come la gestiamo? La strada per comprendere quello che la mente a volte rifiuta di guardare resta quella del maneggiare, del gestire, dell’avere sempre a che fare con quella parte di noi che meno conosciamo, che più vorremmo nascondere. E alla quale fatichiamo a dare un nome «Opporre alla ragione della forza, la forza della ragione». Mi risuona questa frase, sentita nella mia Valsesia in riferimento alla seconda guerra mondiale e alla lotta di resistenza partigiana. Quello che appare come un gradevole gioco di parole rimanda a due aspetti fondamentali: se alla ragioneLeggi altro →

Le strettoie della mente, quelle che a volte noi stessi costruiamo, sono quelle più difficili da cui liberarsi. Trappole che ci bloccano, impedendoci di vivere una vita piena e creativa. Per superarle, a volte, serve cambiare il punto di osservazione e uscire dal seminato Racconta il filosofo: le vecchie trappole per mosche erano costituite da una bottiglia con un collo molto lungo, che, largo all’imboccatura, si restringeva via via, sempre più. Le mosche si avventuravano facilmente all’interno della bottiglia ma, arrivate in fondo al collo stretto, rimanevano intrappolate. Questo accadeva perché «la stretta estremità inferiore, attraverso cui la mosca si era introdotta nella bottiglia, nonLeggi altro →

10/07/2024 I chatbot di IA prenderanno il posto degli essere umani? Lo scenario appare spaventoso, ma è davvero questa la domanda da porsi di fronte agli sviluppi dell’intelligenza artificiale? «Sai scrivere una poesia nello stile di Montale?». «Certamente!», mi risponde ChatGPT, e mi scrive una poesia, ahimè scadente, che riecheggia il Maestro. Allora rilancio: «Mi riscrivi la stessa poesia nello stile di Szymborska?». «Certamente!», e tre secondi dopo la poesia è la stessa ma, per esempio, al posto del sostantivo «malinconia» trovo «curiosità». «Be’», la rimprovero, «ma la poetessa è molto più ironica di così». «Hai ragione!», mi risponde la chat intelligente, e, dopo soliLeggi altro →

Sempre alla ricerca della ragione, della spiegazione, della razionalità, ci ritroviamo inevitabilmente ad avere a che fare con tutto ciò che non possiamo controllare, che è emozione, viscere e vita «Finalmente ho capito!»: quante volte abbiamo esclamato frasi simili. Lyu Tang, nel suo libro L’importanza di capire, rende con parole sicure e chiare la sensazione di essere attirati su un terreno sicuro e protetto tutte le volte che la ragione trionfa, tutte le volte che, in qualche misura, sentiamo di aver messo in sicurezza un angolo della mente nel quale albergava una domanda che non aveva ancora ricevuto una risposta. Tutto il percorso di crescita, almenoLeggi altro →