Tutti dispensano consigli e terapie, e i terapeuti professionisti rischiano di sentirsi fuori tempo e fuori spazio «Sa, io lavoro al bar e ne vedo di cose… Mia moglie poi ha una cartoleria, la sera torna a casa e mi racconta sconvolta gli incontri del giorno, tra una matita e una gomma raccontano la storia della loro vita… Tutte le sfighe del mondo si porta a casa…» «Beh», rispondo io, «avete probabilmente un talento naturale…» Poi penso… e ripenso.Certo non capita tutti i giorni di trovare persone che confidano storie di prorata IVA, dettagli di circuitistica elettronica, algoritmi statistici: questa è roba complicata da lasciareLeggi altro →

“Se non sono abbastanza nero, e non sono abbastanza bianco, e non sono abbastanza uomo, allora dimmi chi diavolo sono io?”. E’ in questa domanda l’essenza della tragedia umana di Don Shirley, il pianista di colore, protagonista di questo intenso Green Book.  Allontanarsi dalle proprie radici, nel tentativo di sfuggire al pregiudizio, alla presunta colpa di essere diverso e ritrovarsi nella torre eburnea della solitudine, alla ricerca della propria identità. Quando ha inizio il viaggio di Shirley, uomo elegante, colto e raffinato, il suo angelo custode è un uomo rozzo, un po’ ignorante, dotato di pugni e pistola. A ricordarci forse che non siamo soli, ma cheLeggi altro →

“Abbi cura di me”. Nella canzone portata da Cristicchi a Sanremo vibra un appello potente, fatto di umiltà e di coraggio. Ci vuole umiltà per dichiararci fragili. E a volte dobbiamo radunare tutto il nostro coraggio per chiedere l’abbraccio, quando il passo si fa incerto e abbiamo paura di cadere. Eppure è proprio questo ciò di cui tutti abbiamo bisogno. Sentire di poterci affidare a qualcuno che sappia starci accanto e che custodisca le nostre debolezze come si fa con un tesoro. La standing ovation a Cristicchi ci sembra un gesto liberatorio. Siamo fallibili e possiamo chiedere aiuto. E in questo c’è un piccolo miracolo.Leggi altro →

Amy Winehouse canta in sottofondo, mentre raduno i pensieri per un progetto di counseling destinato ai giovani che hanno abbandonato la scuola. La voce di lei, in bilico tra graffio e carezza, intona “Back to black”, il suo brano più famoso. Se parafrasiamo il titolo di questo pezzo, possiamo tradurlo con “Indietro, nel buio” e il tutto suona come il canto del destino di Amy Winehouse. La sua vita è una stella che implode a poco a poco, fino a morire, a 28 anni. Sappiamo che certe persone nascono con una dotazione interiore nei confronti delle sfide della vita meno compatta e flessibile di quellaLeggi altro →

Come si spiega la frequenza con cui persone insospettabili si rendono responsabili di sorprendenti malvagità «Anche lui! Ma chi lo avrebbe detto, che un uomo impegnato, attivo sul fronte dei diritti umani potesse arrivare a rapire un bambino! L’altro no, l’altro me lo aspettavo, che schiavizzasse le figlie, con quella faccia… Non è quello che nella serie tv fa la parte del potente ? Si sa che il potere prima o poi induce in certi tipi di tentazioni. Poi in cronaca nera c’è finito anche quello psicologo , perito forense, insegnante universitario stimato e riverito che… beh il controllo lo perdiamo tutti prima o poiLeggi altro →

“Papà mi puoi dare una tua foto?” “Va bene, ma per cosa ti serve?” “Così quando muori ti posso rivedere…” (Dialogo tra un padre ed un figlio di 4 anni) È opinione diffusa che il tema delle cure palliative, più in generale, del fine vita stia gradualmente invadendo più aree di riflessione e per certi versi si stia imponendo in diversi campi con un’eco che va ben oltre il suo essere appannaggio degli addetti ai lavori. Scandalosa ed al contempo maledettamente naturale, la fine dell’esistenza è stata gradualmente marginalizzata nell’era della tecnica come datità ultima ed in qualche modo non meritevole di grandi considerazioni.  InLeggi altro →

Ogni incontro ci chiama a prendere posizione. A ricordare che quando è in gioco l’umano, il campo non è mai neutro. Una fermata tra le più trafficate della linea rossa della metropolitana milanese. Tutte le mattine intorno alle 8.15, nei giorni in cui devo raggiungere lo studio professionale dove collaboro, incrocio una donna. Fatico ad attribuirle un’età. Infagottata in vestiti sempre scuri, un fazzoletto in testa, l’aria mite, è appoggiata al muro e sporge un braccio verso i viaggiatori feriali, con l’immancabile bicchiere di carta per la raccolta degli spiccioli. Non ha nessuna invadenza nel chiedere soldi. Sembra che nemmeno si aspetti l’offerta. Ogni tantoLeggi altro →