La fantasia, il sogno, la capacità di non prendersi troppo sul serio: e se fossero proprio queste le chiavi per comprendere al meglio se stessi e gli altri? E, forse, anche le chiavi per stare al meglio nella relazione d’aiuto “I bambini trovano tutto nel niente, gli adulti niente nel tutto”. Così il sublime Giacomo Leopardi descrive una delle caratteristiche più importanti della fanciullezza: la fantasia, il sogno a occhi aperti, i repentini sbalzi dell’umore, l’irrequietezza. Io da bambino ero un piemontese anomalo, che apparteneva a una famiglia altrettanto anomala; non era insolito infatti sentirci urlare, fare fracasso, cantare… tutte quelle condotte riprovevoli nella culturaLeggi altro →

Le “creature”, come in molti le chiamano: i figli partono da noi e poi vanno oltre, verso un imponderabile che non ci appartiene. E che ci spaventa se non lo vediamo per quello che è: il futuro “Generato e non creato, della stessa sostanza del padre…”, così recita il Credo, la preghiera che è uno dei pilastri della religione cattolica, il passaggio chiave, il giuramento di fede. Trovo che faccia riflettere la distinzione tra generato e creato, poiché nella generazione il “generato” conserva tutte le caratteristiche del generante: in questo caso, parlando di Cristo, il Figlio è anch’esso divino come il Padre.  Diverso è il creare: nella creazione, ilLeggi altro →

Come lo sguardo ha a che fare con l’identità? Quel che siamo nasce dall’incrocio del nostro sguardo su noi stessi (e sul mondo) con lo sguardo dell’altro su di noi “Papà, guarda cosa ho imparato! Papà, guarda cosa sono capace di fare! Papà!” Per chi ha figli il richiamo è ben noto, frequente e inequivocabile. Antica questione che è alla base della costruzione della nostra identità, il nostro bisogno di essere guardati per esistere arriva da molto lontano. Da sempre abbiamo bisogno di sapere di esser visti, la stessa religione con quell’occhio nel triangolo è lì, ad esempio imperituro.  La chiamiamo identità, ovvero quel complessoLeggi altro →