Avvicinare la sofferenza non vuol dire definirla, etichettarla, classificarla; richiede invece ascolto, pazienza, attesa, presenza. Ho letto, da qualche parte, queste parole di Chandra Candiani, la poetessa: «qualunque tipo di malattia ha un problema di comunicazione e le è necessaria la ricerca di una nuova grammatica». Parole misteriose che, all’improvviso, ne fanno accorrere prepotentemente alla mia mente altre: anoressie, bulimie, DOC, disturbi del comportamento, ADHD, depressioni. Acronimi e incomprensibili vocabolari si aprono davanti a noi: parole che allontanano, sospingendoci quasi in uno spazio in cui non possiamo che sentirci persi o inadeguati a capire. Tra i giovanissimi sembra siano in aumento le depressioni, i disturbiLeggi altro →

Dalla Groenlandia ai dazi: quando il potere incontra le angosce primitive. Un viaggio immaginario, ma non troppo, nel mondo interno di un leader che ha paura del vuoto. È venerdì mattina e, come di consueto, siamo intorno al tavolo per la nostra riunione di redazione. Una domanda emerge dal caos che da mercoledì sera ha scosso i mercati internazionali: e se Donald Trump chiedesse una terapia? «Impossibile!», interviene qualcuno: «Non busserebbe mai a quella porta!». È vero, non lo farebbe, ma si insiste: «E se fosse?». Per noi, psicologi e psicoterapeuti, la tentazione di comprendere è forte, e allora ipotizziamo… Steso sul lettino, il presidenteLeggi altro →

L’oblio non è una falla della memoria, ma un processo essenziale per il nostro equilibrio emotivo e comportamentale: potremmo definirlo una forma di saggezza, che ci aiuta ad aprire spazi di libertà e occasioni di riscrittura di senso. C’è una domanda che ancora, dopo giorni, mi interroga. Addirittura, in forma un po’ nascosta e simbolica, è tornata in sogno, la scorsa notte! Di questo interrogativo ho parlato in un mio recente articolo che riguardava il finale di una storia letta da mio figlio. In sintesi, il libro-game in questione proponeva al lettore due alternative: o dimentichi tutte le esperienze vissute leggendo e torni nel mondo, oppure ricordiLeggi altro →

Scegliere implica una responsabilità che ci mette nel bel mezzo di una solitudine esistenziale, con cui possiamo imparare a fare i conti; non scegliere, d’altra parte, può paralizzarci in un eterno presente, spaventosamente senza memoria. Lo scorso Natale, uno dei regali più graditi dal mio figlio minore è stato un libro; non un libro come gli altri, ma un game-book. Il gioco consiste nel muoversi da una tappa all’altra di un’avventura, compiendo, di volta in volta, una scelta piuttosto che un’altra, e dando quindi vita a una storia personale, che risulta diversa a seconda del lettore. La storia racconta di draghi, armi da raccogliere, capacità daLeggi altro →

Nell’immagine di un pasto collettivo consumato a Gaza, il tentativo di risignificare il tempo e i luoghi, restituendo un senso di continuità e comunità. Una lunga tavola imbandita, molto più lunga di quella che potremmo mai immaginare: corre lungo un’intera strada a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Donne, uomini e bambini preparano un iftar collettivo (il pasto serale che interrompe il digiuno imposto dal Ramadan). Il tavolo si estende però tra le rovine dei bombardamenti: case sventrate, cemento, lamiere, armature edilizie spezzate, finestre rimaste in bilico, affacciate sulla distruzione e su questo incredibile tentativo di senso. Questo gesto – che è a un tempo preparare,Leggi altro →

Una rappresentazione teatrale e un testo poetico mettono in scena il dolore del mondo, ma anche la speranza e la possibilità di ricondurci al bene, alla bellezza, a una fratellanza dimenticata e alla comunione dell’uomo con ciò che lo circonda Quando scrive di dolore Mariangela Gualtieri, una delle più ispirate e potenti poetesse contemporanee, lo fa, per così dire, in maniera planetaria, coinvolgendo tutti, umani e animali, utilizzando archetipi e mettendo in scena un furore dionisiaco, un urlo esasperato e al tempo stesso un’urgenza di gioia e di amore, rinunciando però a «retorica e miele», come lei stessa sostiene. Mi riferisco a Paesaggio confratello rotto (Einaudi), una trilogia teatraleLeggi altro →

Le strettoie della mente, quelle che a volte noi stessi costruiamo, sono quelle più difficili da cui liberarsi. Trappole che ci bloccano, impedendoci di vivere una vita piena e creativa. Per superarle, a volte, serve cambiare il punto di osservazione e uscire dal seminato Racconta il filosofo: le vecchie trappole per mosche erano costituite da una bottiglia con un collo molto lungo, che, largo all’imboccatura, si restringeva via via, sempre più. Le mosche si avventuravano facilmente all’interno della bottiglia ma, arrivate in fondo al collo stretto, rimanevano intrappolate. Questo accadeva perché «la stretta estremità inferiore, attraverso cui la mosca si era introdotta nella bottiglia, nonLeggi altro →

10/07/2024 I chatbot di IA prenderanno il posto degli essere umani? Lo scenario appare spaventoso, ma è davvero questa la domanda da porsi di fronte agli sviluppi dell’intelligenza artificiale? «Sai scrivere una poesia nello stile di Montale?». «Certamente!», mi risponde ChatGPT, e mi scrive una poesia, ahimè scadente, che riecheggia il Maestro. Allora rilancio: «Mi riscrivi la stessa poesia nello stile di Szymborska?». «Certamente!», e tre secondi dopo la poesia è la stessa ma, per esempio, al posto del sostantivo «malinconia» trovo «curiosità». «Be’», la rimprovero, «ma la poetessa è molto più ironica di così». «Hai ragione!», mi risponde la chat intelligente, e, dopo soliLeggi altro →

Nel dilagare dei servizi di “food delivery”, tra pasti pronti e app che fanno la spesa al posto nostro, mettiamo forse da parte qualcosa che ci appartiene. Mentre risparmiamo il tempo dedicato al cibo, cosa ci perdiamo? Ma ve lo ricordate il lockdown? Quante torte abbiamo preparato, quante lasagne, pizze, brasati, impasti complicati, manicaretti mai osati prima! E ricettari, blog di cucina, video degli chef: ciascuno aveva rispolverato il proprio “Artusi” personale e ne andava fiero. Quando tutto si è fermato, le mani, nelle cucine, hanno cominciato a creare. E mentre il mondo della cura era impegnato fino allo stremo delle forze, a occuparsi delleLeggi altro →

Un film che racconta una relazione molto speciale, capace di riscrivere il passato ma non solo. Quanto è importante lo sguardo che riconosce e accetta, al di là dei pregiudizi dei ruoli e delle etichette? Un’improbabile amicizia tra l’ultraottantenne Giorgio, poeta dimenticato che ha fatto la Seconda Guerra Mondiale, e Alessandro, giovane ventenne senz’arte né parte. Un classico, che riecheggia il più celebre film francese Quasi amici: Giorgio è affetto da un principio di Alzheimer, che lo porta a rivivere, come fossero attuali, episodi della propria vita giovanile, durante la guerra; Alessandro è scapestrato, nullafacente, e trascorre la maggior parte del proprio tempo con tre amici,Leggi altro →