Sempre più spesso si cerca di dare un nome al proprio malessere, per sentirsi come gli altri ma anche per avere un “protocollo di cura” certo e incontrovertibile da seguire “Sono stato per 6 mesi in una relazione con una donna narcisista patologica…”“Soffro di dipendenza affettiva”“Ho un disturbo post traumatico da abbandono multiplo…” Sono solo alcune delle affermazioni che mi sono sentito dire dalle persone che bussano alla mia porta chiedendo aiuto. Per una strana bizzarria del destino o forse per un chiaro sintomo di modernità, spesso la parte più complessa, più intricata e rischiosa, quella della diagnosi, l’hanno già assolta loro. Fino a qualcheLeggi altro →

Con la sabbia che man mano passa da una camera all’altra, con uno spazio che si svuota e uno che si riempie, la clessidra fa da metafora alla nostra vita. E se la prendessimo ad esempio, forse, potremmo anche correggere il tiro Clessidra, uno di quegli oggetti a me più cari, che mi ha sempre trasmesso la magia del tempo, del suo trascorrere. Anni fa, al supermercato, ne trovai una che mi sembrò essere inviata direttamente dal cosmo… durava la bellezza di 45 minuti, nel mio mestiere una cifra netta, la durata di una seduta. Da allora, dunque, girare la clessidra per dare inizio aLeggi altro →

Le feste sono ormai alle spalle. Ma è utile provare a chiederci come possiamo cercare di riscattare la solitudine, nelle persone che incrociano la nostra traiettoria di vita o di lavoro, quando la sua ombra diventa troppo lunga e ingombrante “Compagnia… i nostri colloqui mi lasciano le tracce di una compagnia per l’anima”.   Poco tempo fa ricevo questo messaggio da una persona che seguo come counselor. È uno dei momenti in cui chi fa il mio lavoro si sente confermato nella sua scelta, e prova gioia. Tre settimane più tardi, un’altra cliente mi porta in dono un libro. Il tema è lo stesso, capovolto però, eLeggi altro →

Cosa dice di noi al mondo il nostro volto? Come ci poniamo di fronte all’altro e come osserviamo il volto dell’altro, con quali lenti? Col vis-a-vis abbiamo perso dimestichezza e, forse, la colpa non è tutta delle mascherine “Il giudice giudica dalle prove, non dalle facce”. In una scena della fiction Mare Fuori (sono in ritardo, la sto guardando su Netflix), il comandante del carcere minorile di Napoli risponde così alla guardia che tenta di perorare l’innocenza di un ragazzo, appellandosi alle fattezze del suo volto. Chi ha lineamenti così acerbi e delicati non può agire un delitto tanto grave.  Il comandante ribatte con la battuta d’aperturaLeggi altro →

Preoccupazione e inquietudine ci accompagnano sempre e da sempre, ma tendiamo ad associarle a qualcosa di concreto: ci preoccupiamo per il futuro, la salute, i soldi, i figli o di tutto quello che viviamo in quel momento. Che ci sia un altro modo per vivere il quotidiano? A volte accade che a esser seduti su una montagna non si abbia la consapevolezza di essere seduti così in alto, a volte le cose più importanti ci sfuggono di mano e andiamo a rincorrere il vento. Spesso, parlando con persone, amici, colleghi, gente alla fermata del tram si respira un’aria di curiosa inquietudine: “Ha sentito, signora, diLeggi altro →

Se è vero che “il sonno della ragione genera mostri e che un mondo dove vigila la ragione può funzionare bene, vale la pena guardare anche lì, dove forse c’è il mostro e dove si deraglia dal tracciato. Perché proprio lì c’è molto da vivere e scoprire Un uomo seduto con la testa fra le mani, chino su una lapide che sembra dormire. Dietro di lui si levano minacciosi gruppi di pipistrelli neri. Titolo dell’opera: “Il sonno della ragione genera mostri”.  È la celebre tavola di Francisco Goya, lì ad indicare il pericolo del lato oscuro di ognuno di noi.  Bella parola, “ragione”, sempre lì prontaLeggi altro →

Che cos’è l’amore? L’amore del genitore è quello più complesso, che si esprime nella facoltà più dolorosa e difficile, quella di lasciare andare, di fare in modo che i figli si allontanino e camminino con le loro gambe. Quando i figli sono fragili, quando farcela diventa un’operazione ardua e di difficile esito allora contattiamo la peggiore delle paure ovvero non riuscire ad immaginare i nostri figli senza di noi.Leggi altro →

“E”.  Avete mai riflettuto sulla potenza di questa semplice congiunzione?  Occupa pochissimo spazio Lei: il foglio è per i nomi, per gli aggettivi, per i verbi, gli imperatori della storia; quelli sì che danno colore.  Lei vive per tenere insieme. Per riconoscere, conoscere e dare valore, a tutti.  Vive per non chiedere al lettore di scegliere e, così, escludere.  Lei c’è per darci la possibilità di meravigliarci davanti al complessità di un Tutto.  E, così, il Direttore d’orchestra.  Il Direttore che, prendendosi “cura dei suoi musicisti”, li riconosce e li conosce, li ascolta e li guida verso quel Tutto meraviglioso che chiamiamo musica.  In questoLeggi altro →

Cosa ci spaventa della morte? Qual è il movente segreto che l’ha condannata all’ostracismo nella nostra cultura e nella nostra contemporaneità? Secondo Emanuele Severino, la morte è vittima di un grande inganno, che nasconde altre possibilità di lettura. Il richiamo del filosofo può apparire incompatibile con il razionalismo più spinto o con certe visioni celebrative della materia, che in fondo ci rassicurano, perché ciò che vediamo, tocchiamo e manipoliamo è in qualche modo sotto il nostro controllo. Eppure anche certe frontiere della scienza non possono escludere che la morte non sia la fine. Leggi altro →