Ogni incontro ci chiama a prendere posizione. A ricordare che quando è in gioco l’umano, il campo non è mai neutro. Una fermata tra le più trafficate della linea rossa della metropolitana milanese. Tutte le mattine intorno alle 8.15, nei giorni in cui devo raggiungere lo studio professionale dove collaboro, incrocio una donna. Fatico ad attribuirle un’età. Infagottata in vestiti sempre scuri, un fazzoletto in testa, l’aria mite, è appoggiata al muro e sporge un braccio verso i viaggiatori feriali, con l’immancabile bicchiere di carta per la raccolta degli spiccioli. Non ha nessuna invadenza nel chiedere soldi. Sembra che nemmeno si aspetti l’offerta. Ogni tantoLeggi altro →