Cosa dice di noi al mondo il nostro volto? Come ci poniamo di fronte all’altro e come osserviamo il volto dell’altro, con quali lenti? Col vis-a-vis abbiamo perso dimestichezza e, forse, la colpa non è tutta delle mascherine “Il giudice giudica dalle prove, non dalle facce”. In una scena della fiction Mare Fuori (sono in ritardo, la sto guardando su Netflix), il comandante del carcere minorile di Napoli risponde così alla guardia che tenta di perorare l’innocenza di un ragazzo, appellandosi alle fattezze del suo volto. Chi ha lineamenti così acerbi e delicati non può agire un delitto tanto grave.  Il comandante ribatte con la battuta d’aperturaLeggi altro →

Se è vero che “il sonno della ragione genera mostri e che un mondo dove vigila la ragione può funzionare bene, vale la pena guardare anche lì, dove forse c’è il mostro e dove si deraglia dal tracciato. Perché proprio lì c’è molto da vivere e scoprire Un uomo seduto con la testa fra le mani, chino su una lapide che sembra dormire. Dietro di lui si levano minacciosi gruppi di pipistrelli neri. Titolo dell’opera: “Il sonno della ragione genera mostri”.  È la celebre tavola di Francisco Goya, lì ad indicare il pericolo del lato oscuro di ognuno di noi.  Bella parola, “ragione”, sempre lì prontaLeggi altro →

“La coppia perfetta: un po’ di proibizione e molto gioco”. Citiamo Roland Barthes in uno dei suoi Frammenti di un discorso amoroso per commentare questo video, che racconta la nascita di un amore e la sua ultima stagione, con il gioco a fare da collante tra la prima e l’ultima scena. All’inizio il gioco si insinua in una parola – “imbroglione” – bisbigliata all’orecchio di un uomo anziano e fragile. Poi arriva il flashback, che riporta l’uomo e la sua compagna di vita indietro nel tempo. Qui, i protagonisti sono ragazzini e il gioco si traveste da scherzo: è la provocazione di chi non prende sul serioLeggi altro →

Nel commento a un passo dantesco, Franco Nembrini propone una riflessione sull’amore che per una volta mette d’accordo ragione e sentimento. Chiunque di noi può accedere, pescando nella propria memoria emozionale, all’incanto dell’innamoramentoe forse cogliervi quegli accenti che Nembrini con Dante avvicina all’esperienza mistica. Ancora di più, però, ci colpiscel’accostamento tra il voler bene e il cooperare affiché la persona che amiamo compia il proprio desiderio, ossia realizzi il suo essere. Questo è ciò che dovrebbe muoverci nella relazione d’aiuto. Oltre la presunzione di sapere quale sia il bene dell’altro. Leggi altro →

Agostino è stato un pensatore grandissimo e sottile, il primo a esplorare l’interiorità e a farne il principio della ricerca filosofica. Sappiamo che le sue riflessioni nascono da un corpo a corpo con la vita. Ecco perché, anche nella versione cinematografica, l’idea dell’amore di Agostino ha ben poco di teorico. Continua, anzi, a provocarci con la sua modernità e il suo respiro universale.Leggi altro →

Ripensiamo al tratto di strada percorso con qualcuno e sentiamo che tutto, dal primo incontro all’ultimo sguardo, ha avuto un senso. I rischi che abbiamo corso sono giustificati, ogni fitta di dolore conosce riscatto, l’ebbrezza di un giorno qualunque ha la cifra dell’eccezionalità. Sappiamo che questo è amore. Qualunque sia la sua declinazione e comunque sia andata. Leggi altro →