Negli ultimi anni l’attenzione al trattamento del dolore è cresciuta e nella malattia oncologica o nel fine vita si riesce a rispondere in modo efficace per lenire le sofferenze. Ma la strada è ancora lunga per il dolore di chi deve convivere con la malattia mentale. “Non c’è un perché, solo qualcosa che manca, la pazzia è questa mancanza, è il pezzo tagliato via, prezioso, insostituibile. E fa male. Siamo lupi nella tagliola, che continuano a correre.” (Stefano Benni – Prendiluna) Lo ammetto, per me è un chiodo fisso quello di cercare, in prima persona, di avere contezza del dolore dell’esistenza, quello di cercare diLeggi altro →

Che cos’è l’amore? L’amore del genitore è quello più complesso, che si esprime nella facoltà più dolorosa e difficile, quella di lasciare andare, di fare in modo che i figli si allontanino e camminino con le loro gambe. Quando i figli sono fragili, quando farcela diventa un’operazione ardua e di difficile esito allora contattiamo la peggiore delle paure ovvero non riuscire ad immaginare i nostri figli senza di noi.Leggi altro →

In una metafora in cui estraneità e identità perdono i loro chiari confini perché l’una ha, in qualche misura, bisogno dell’altra, sembra di assistere al crollo di qualche certezza: chi è straniero? Cosa vuol dire identità? Ma soprattutto: la seconda ha senso senza la prima? L’Intruso è un piccolo libro autobiografico di Jean-Luc Nancy: quaranta pagine in cui il filosofo francese fa di una sua lunga e dolorosa esperienza, il trapianto di cuore, una metafora, che interroga e al tempo stesso fornisce possibili risposte. L’intruso – che oltre al concetto di estraneità introduce anche quello di “cacciar dentro” a forza – è proprio il cuore nuovo,Leggi altro →